L’aumento dei casi di sextortion e la risposta internazionale

“Con il termine sextortion (letteralmente “estorsione sessuale”, neologismo inglese nato dalla crasi tra sex ed extortion, sesso ed estorsione) si indica una forma di ricatto online che utilizza materiale sessualmente esplicito, come foto o video intimi, inizialmente inviate dalla vittima. Insomma, un ricatto sessuale effettuato tramite il web.”

Negli ultimi anni i casi di sextortion hanno conosciuto un preoccupante incremento, con un impatto devastante sulle vite dei giovani. La National Crime Agency (NCA) del Regno Unito ha lanciato un avvertimento ai cybercriminali internazionali, dichiarando che si cercherà di estradarli per affrontare le accuse. Questo avviene, appunto, in un contesto di crescente allarme per l’aumento dei casi di sextortion, che ha visto un incremento del 19% nei primi sei mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La natura del crimine

Una dinamica criminale che coinvolge spesso adolescenti che vengono ingannati e spinti a inviare immagini intime di sé stessi. I truffatori, una volta ottenute queste immagini, minacciano di diffonderle pubblicamente a meno che non venga pagato un riscatto. Questo tipo di estorsione ha portato a tragiche conseguenze, alcune vittime hanno perso soldi, famiglie ed alcune anche la vita.

La NCA ha dichiarato che le bande criminali, spesso basate in Africa occidentale vanno perseguite, a tal proposito ha avvitato una serie di collaborazioni con i paesi interessati ottenendo già delle estradizioni.

L’estradizione non è l’unica opzione e le agenzie possono lavorare con le forze dell’ordine straniere per portare i colpevoli davanti alla giustizia nei loro paesi d’origine.

La NCA ha riconosciuto la difficoltà di stimare accuratamente la portata della sextortion, poiché si sovrappone a diverse categorie di rilevamento di crimini come il ricatto e la frode. L’agenzia prevede di introdurre una categoria specifica per registrare i casi di sextortion, al fine di migliorare il monitoraggio e la risposta a questa minaccia. Concordare l’uso di una parola chiave unica aiuterebbe a tracciare la portata e coordinare meglio le risposte a questa minaccia.

Origini e sviluppo della sextortion

La sextortion non è un fenomeno nuovo; esiste da quando la tecnologia ha permesso la condivisione di immagini e video intimi. Tuttavia, con l’avvento dei social media e delle applicazioni di messaggistica istantanea, il fenomeno ha visto una crescita esponenziale. Le prime segnalazioni di sextortion risalgono agli inizi degli anni 2000, ma è negli ultimi dieci anni che il crimine ha raggiunto livelli allarmanti, complice anche la diffusione di smartphone e l’accesso a internet da parte di un numero sempre maggiore di giovani.

Il ricatto e l’estorsione non sono crimini nuovi. Sono attività umane sempre esistite tuttavia questi reati venivano perpetrati attraverso metodi molto diversi rispetto a quelli odierni. In passato, il ricatto spesso coinvolgeva lettere minatorie inviate per posta, fotografie compromettenti scattate di nascosto o registrazioni audio ottenute illegalmente. I ricattatori minacciavano di rivelare segreti personali o professionali a meno che non venisse pagato un riscatto. Questi metodi richiedevano un contatto fisico o almeno una conoscenza diretta della vittima. Con l’evoluzione tecnologica, il ricatto ha subito una trasformazione radicale. Oggi, la sextortion sfrutta le vulnerabilità digitali e la diffusione capillare dei social media. I truffatori possono operare da qualsiasi parte del mondo, nascondendo la loro identità dietro schermi e pseudonimi. Utilizzano tecniche di ingegneria sociale per ingannare le vittime, inducendole a condividere immagini intime o informazioni personali. Una volta ottenuto il materiale compromettente, i ricattatori minacciano di diffonderlo online, dove può raggiungere un pubblico vastissimo in pochi secondi.

Mezzi di contrasto personali

Per proteggersi dalla sextortion, è fondamentale adottare alcune misure di sicurezza:

  • Informarsi sui rischi della condivisione di immagini intime online e comprendere le tattiche utilizzate dai truffatori.
  • Utilizzare impostazioni di privacy rigorose sui social media e non accettare richieste di amicizia o messaggi da sconosciuti.
  • Prima di condividere qualsiasi informazione personale o intima, verificare l’identità della persona con cui si sta comunicando.
  • Segnalare immediatamente l’incidente alle autorità competenti.
  • Smetti di comunicare con il ricattatore, non rispondere più e non negoziare.
  • Non cedere alle minacce inviando denaro o contenuti più intimi. 
  • Conserva le “prove” del ricatto e delle minacce, facendo gli screenshot alla conversazione, ma non inoltrare mai i contenuti intimi.
  • Rivolgiti alla a Polizia Postale e delle Comunicazioni o ad altro presidio di Polizia (Questura, Commissariati di Polizia di Stato o Caserme dei Carabinieri, anche tramite il sito online).
  • Segnala la persona sulla piattaforma pertinente (ad esempio Instagram) e bloccala.
  • Se puoi, disattiva temporaneamente il profilo sul social dove sei stato/a contattato/a o impostalo su “privato”, in modo da non essere rintracciato, neanche in altri social (se limiti l’accesso al tuo profilo le persone che non conosci non possono visualizzare ad esempio la tua lista di contatti e non puoi essere identificato nella tua foto del profilo). 

La prevenzione e l’educazione rimangono strumenti fondamentali per combattere questo fenomeno e ridurre il numero di vittime.

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Quando Murray Dowey lasciò i suoi genitori che guardavano la televisione al piano di sotto per andare nella sua camera da letto, era un ragazzo di sedici anni felice. Solo poche ore dopo, Murray si sarebbe tolto la vita, diventando l’ultima vittima di un’ondata di casi di sextortion nel Regno Unito. Era stato contattato sui social media da qualcuno che affermava di essere una giovane ragazza, ma che in realtà era un truffatore. Questo individuo lo aveva ingannato facendogli inviare un’immagine intima per poi ricattarlo.

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